L’espressione Industria 4.0 viene coniata in Germania nel 2011 e rappresenta il fulcro della trasformazione economica già in azione da alcuni anni.
Si tratta di un processo figlio della quarta rivoluzione industriale, la quale prevede un’industrializzazione interconnessa che vede in primo piano le nuove tecnologie digitali.
Le tre rivoluzioni industriali che la precedono sono:
- La prima rivoluzione industriale, nella seconda metà del ‘700, avvenuta con la creazione della macchina a vapore che ha permesso di meccanizzare la produzione nel settore tessile e metallurgico
- La seconda rivoluzione industriale, che per convenzione si fa coincidere con la nascita dell’elettricità nel 1870
- La terza rivoluzione industriale si avvia un secolo dopo con la nascita dell’informatica, che conduce poi all’era digitale
Industria 4.0 e pandemia: in che modo la pandemia ha accelerato i processi di digitalizzazione?
La pandemia ha spinto le varie aziende ad accelerare i processi di digitalizzazione.
In particolare, dallo studio di McKinsey COVID-19: An inflection point for Industry 4.0 è emersa una differenza importante tra tre tipi di aziende:
- Le aziende che avevano già avviato un processo di digitalizzazione hanno affrontato più efficacemente la crisi
- quelle che stavano cominciando a prendere in considerazione nuove tecnologie digitali hanno avuto modo di metterle in pratica
- coloro che non avevano ancora iniziato il processo di digitalizzazione hanno compreso la sua importanza e l’urgenza di avviarne uno
Le aziende italiane stanno iniziando a digitalizzare i propri processi.
Sono però le grandi aziende, in particolare, ad aver cominciato questo processo di trasformazione digitale, mentre le piccole e medie hanno riscontrato maggiori difficoltà.
Per questo motivo risulta evidente un divario tra piccole e grandi aziende.
Gli effetti dell’Industria 4.0 sul mercato
L’industria 4.0 sta già provocando i suoi effetti sul mercato, anche se non sono ancora stati definiti con certezza dagli studiosi.
Per quanto il lavoro rimanga centrale, si prevede una perdita della manualità a favore di nuove competenze.
Dalla ricerca The Future of the Jobs ne emergono in particolare tre: l’abilità di problem solving, il pensiero critico e la creatività. (https://reports.weforum.org/future-of-jobs-2016/)
L’importanza dell’educazione digitale
Ecco perché oggi è impensabile non considerare la rete nel processo educativo.
Il Parlamento europeo stesso considera fondamentale la competenza digitale, che «consiste nel saper utilizzare con dimestichezza e spirito critico le tecnologie della società dell’informazione per il lavoro, il tempo libero e la comunicazione. Essa implica abilità di base nelle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC): l’uso del computer per reperire, valutare, conservare, produrre, presentare e scambiare informazioni nonché per comunicare e partecipare a reti collaborative tramite Internet» (Unione Europea, 2006).
Le tecnologie abilitanti necessarie per l’industria 4.0
Da uno studio di Boston Consulting emerge che la quarta rivoluzione industriale si basa sull’adozione delle cosiddette tecnologie abilitanti (https://it.wikipedia.org/wiki/Industria_4.0) quali:
- Advanced manufacturing solution (robotica);
- Realtà aumentata;
- Implementazione dei Cloud;
- Big Data Analytics.
È complesso analizzare nello specifico un processo in corso, ma il nuovo presidente del Consiglio Mario Draghi ha espresso la necessità di «estendere e rendere facilmente fruibile il piano nazionale della Transizione 4.0 per accompagnare le imprese nel processo di innovazione tecnologica e di sostenibilità ambientale» (https://www.corrierecomunicazioni.it/industria-4-0/industria-4-0-draghi-il-piano-va-esteso-e-reso-facilmente-fruibile/), ed è quello che ci auguriamo.