La digitalizzazione delle PMI italiane è ancora in atto.
Secondo il Digital Economy and Society Index (DESI), il livello di digitalizzazione delle PMI italiane è al di sotto della media europea. I ritardi sono notevoli: poca presenza sul Web, analisi dei big data quasi assente e infrastrutture tecnologiche arretrate.
Incredibilmente, la pandemia ha rappresentato un’opportunità per molte PMI che, per sopravvivere e rimanere competitive, hanno dovuto adattarsi e accelerare i processi di digital transformation.
Cosa sono e quante sono le PMI italiane
PMI è l’acronimo di Piccole e Medie Imprese.
Per la Commissione Europea le PMI sono quelle realtà aziendali con meno di 249 dipendenti, un fatturato annuo che non superi i 50 milioni di euro e un bilancio annuo che non superi i 43 milioni di euro.
Più in dettaglio, le PMI sono così suddivise:
- micro imprese: meno di 10 dipendenti e un fatturato annuo inferiore a 2 milioni di euro;
- piccole imprese: tra i 10 e i 49 dipendenti e un fatturato annuo inferiore a 10 milioni di euro;
- medie imprese: tra i 50 ed i 249 dipendenti e un fatturato annuo inferiore a 50 milioni di euro.
Le PMI italiane sono circa 206 mila, ovvero il 4,6% del tessuto imprenditoriale italiano e sono responsabili, da sole, del 41% dell’intero fatturato generato in Italia. Il 33% degli occupati lavora nelle PMI.
La digitalizzazione delle PMI italiane può contribuire ad incrementare il valore aggiunto per addetto che, attualmente, si attesa su livelli superiori ai 48 mila euro annui della media europea.
Questo discorso, però, vale solo per le medie imprese; le micro e le piccole sono ben distanti da tale valore.
Gli obiettivi della digitalizzazione delle PMI italiane
Fortunatamente, gran parte delle PMI italiane è conscia del ruolo giocato dalla digital transformation nelle strategie di business.
Basti pensare che il 90% dei vertici aziendali la considera una necessità più che un’opportunità. Qual è, quindi, la strada da seguire?
L’Osservatorio Innovazione Digitale nelle PMI ne ha individuate quattro:
- incrementare l’interesse degli imprenditori verso la digital transformation;
- sviluppare nuove competenze digitali;
- conoscere le tecnologie digitali per adottarle all’interno delle PMI;
- gestire fornitori e clienti tramite le tecnologie digitali.
Queste, oltreché che essere delle strade da seguire, sono anche degli obiettivi di lungo periodo da raggiungere affinché le PMI italiane, ancora indietro su alcuni aspetti, si mettano al pari delle sorelle europee.
Gli ambiti su cui investire
Soltanto il 26% delle PMI italiane si considera maturo.
Per poter sviluppare il proprio business, occorre allora investire su alcuni ambiti:
- Big data: l’analisi di grandi quantità di dati può portare a un’ottimizzazione dei costi, alla personalizzazione della relazione col cliente e a una maggiore efficienza nei processi interni;
- ECommerce: l’ECommerce, o commercio elettronico, è da considerarsi una valida alternativa ai canali di vendita tradizionali che, però, non deve sostituire;
- Smart working: lo smart working non va inteso soltanto come lavoro da casa, bensì come una filosofia manageriale che aumenti la produttività e il benessere dei dipendenti;
- Sicurezza informatica: una PMI su quattro afferma di essere stata vittima di attacchi informatici. Investire nella cyber security può rivelarsi un’ottima strategia contro la fuga e la perdita di dati;
- Cloud computing: il cloud computing è l’arma vincente per la gestione e l’analisi dei dati condivisa. Purtroppo, sono ancora poche le PMI (più o meno un terzo del totale) che lo utilizzano;
- Internet of Things (IoT): puntare sull’IoT vuol dire ridurre i costi e aumentare la qualità dei propri prodotti. Anche in questo caso, sono ancora poche le PMI che hanno deciso d’investire nell’IoT.
Strumenti e incentivi
Uno strumento che agevola le transazioni fra privati è la fatturazione elettronica, resa obbligatoria nel 2019. La fatturazione elettronica velocizza il processo di registrazione delle fatture.
Anche il bonifico digitale e i pagamenti tramite smartphone con eWallet agevolano tali transazioni.
In merito agli incentivi, è impossibile non citare fondi e aiuti economici come Patent Box, Nuova Sabatini, Fondi di Garanzia, Voucher Innovation Manager e Iperammortamenti. Questi, insieme ai piani Transizione 4.0 e Industria 4.0 Plus, rappresentano un volano per l’economia.
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